martedì 1 maggio 2018

"Tre giorni" di Daisy Franchetto


TITOLO: Tre giorni
AUTORE: Daisy Franchetto
EDITORE: Self-publishing
GENERE: Dark fantasy, Occulto
PAGINE: 46


Trama
“Tre giorni" è una ghost-story.
Un uomo è alla guida della sua automobile dopo una giornata di lavoro. Ha un incidente.
È l’inizio della storia, un susseguirsi di vicende a cavallo tra il mondo reale e una Dimensione parallela sconosciuta.
Tre giorni per raggiungere la consapevolezza, tre giorni per rivedere la propria vita con l’aiuto di personaggi fantastici, tre giorni per sciogliere il legame con i fantasmi del passato.
Una novella ambientata in quella terra di confine che si trova ai margini della vita, a un passo dalla morte.
La narrazione del percorso che alcune anime devono compiere prima di lasciare il corpo.
Già pubblicato come spin off del romanzo Dodici Porte, viene ora riproposto in una nuova veste insieme al racconto "Ragnatele".


Le mie impressioni
Due racconti legati da un filo conduttore, da un tema spinoso, non facile da trattare e ancor meno da non banalizzare. Trai i due amo il primo, che dà il titolo all'opera, decisamente più visionario, ma con un bellissimo messaggio che condivido in pieno; nel secondo risulta sicuramente più semplice fare paralleli con se stessi per come affronta la questione paure-fobie. La narrazione è pulita e scorrevole, precisa nell'accompagnare il lettore nelle atmosfere particolari che l'autrice sa dipingere con maestria, confermandosi un talento italiano da seguire.
Complimenti all'autrice.

martedì 17 aprile 2018

Devilman - Crybaby


"Devilman - Crybaby" una sorta di remake di Devilman, o almeno dei tre OAV più il finale ispirato al manga.

Ammetto che parto da fan sfegatata, innamorata di Akira e di Devilman fin da bambina, nonostante la serie TV fosse una sbiadita immagine della vera storia; poi ho scoperto il manga e gli OAV... e lì si è confermato il mio amore, soprattutto verso il manga e Go Nagai (di cui amo tutti i robottoni).

Vidi il trailer di questa nuova serie e lo trovai allettante, insomma, guardando la foto direi che è lecito.
Il ritorno alla realtà è stato traumatico, alla quinta puntata ho sentito il bisogno di chiudere e tornare sul manga, nonché sull'ultimo dei tre OAV "Amon - Apocalypse of Devilman", che è in assoluto il mio preferito. Non ho mollato, difficilmente lo faccio, e sono arrivata fino in fondo e, ancora, sto a chiedermi "perché?!".
Passi per lo stile dei disegni che già da principio non mi sono piaciuti, salvo Akira dopo la fusione con Amon e Devilman (gli unici due disegni che incontrano il mio gusto), ma le variazioni apportate alla storia per "modernizzarla" (come se ne avesse bisogno!) e per conferirle "originalità" (?) lo hanno reso pietoso, perdendo secondo me l'anima stessa originale.
Miki non è più la semplice ragazza, compagna di classe di Akira, no, è una stella nascente dell'atletica ribattezzata "la strega della scuola" per quanto è veloce, marcata stretta da un fotografo per avere foto in bichini o anche di più, che chatta sui social, ma è candida e pura, ingenua e assai poco credibile, peggio della protagonista di 50 sfumature (perdonatemi, ma non ricordo nemmeno il nome). Nella sala da pranzo di casa Makimura campeggia un affresco dell'ultima cena, infatti sono di una qualche branca di cristianesimo (il sacerdote è sposato, per cui escludo siano cattolici), la madre è giapponese e il padre straniero, non si sa bene da dove venga, forse è americano, fatto sta che Miki è meticcia e per questo bullizzata da bambina, con Akira che si para davanti a lei per difenderla piangendo come una fontana (che tristezza gente!)
Akira non è più il giovane introverso rimasto orfano da bambino e cresciuto per questo dalla famiglia Makimura, bensì il ragazzo sfigato della scuola che fa atletica pur essendo una schiappa, i cui genitori sono sempre all'estero per lavoro, medici affermati che aiutano gli altri e gli mandano sempre scarpe da ginnastica come regalo, che in un suo ricordo gli dicono "quando sarai grande vieni a cercarci" e per questo Akira corre. Già questo è tristissimo e lontano anni luce dalla storia di Akira, ma dulcis in fundo... Akira piange, piange per gli altri, piange quando loro non lo fanno, quando sono tristi e vogliono nasconderlo: insomma, un empatico che non si sa controllare e che funziona solo col dolore altrui (verosimile quanto me come top model!). Akira piange sempre, anche quando è Devilman, il che toglie tutto il pathos a una delle scene più belle e drammatiche dove, effettivamente, Devilman piange nella più totale e profonda disperazione (come rovinare un personaggio, lo avete fatto bene!).
Non temete, anche la storia di Ryo è stata pesantemente rimaneggiata rovinando il personaggio, che prende consapevolezza di chi è solo verso la fine, per cui prima fa tutto non si sa bene perché, per dire al mondo "ehi, ci sono i demoni e solo i più forti sopravviveranno", nel mentre godo a scatenare il caos perché sono un sadico con un QI al di sopra della norma (???). Il Ryo che guarda il mondo con quello sguardo fatto di superbia e tristezza non esiste, è sparito (sigh 😪).
State sperando che almeno Silen si sia salvata dallo scempio e siano riusciti a mantenere la drammaticità del suo epilogo con Agwel? Illusi, neppure lei si è salvata 😭😭😭
Storie aggiunte per dar vita agli altri devilmen/women in alcuni momenti sono persino migliori di quella portante, prendendo il sopravvento, restando tuttavia inutili nel complesso.
Non mancano buchi e incoerenze narrative, la più grande e insensata proprio nella scena più drammatica, dove, avendo compreso l'importanza della stessa, hanno cercato di riproporla per come era nel manga e nel terzo OAV, dimenticandosi che avevano spostato tutto altrove (da casa di Miki si era finiti piuttosto lontani, in riva al fiume, poi ci si ritrova davanti a casa Makimura).
Nel manga, come negli OAV, la chiave di passaggio per i demoni è la violenza in ogni sua accezione, la degenerazione umana che tocca gli istinti più bassi, in questa serie, invece, prende il sopravvento il sesso. Solo per l'evocazione di Amon, Ryo dichiara che serve il sangue e sventra un po' di persone, per tutto il resto vediamo che bastano scene di sesso (Silen è una sesso dipendente, ma lo vuole fare solo con Amon, per cui si arrangia mentre Agwel le sbava dietro).
Una delle scene peggiori? "Je suis Devilman"... per i bei messaggi che Miki propina a valanga dal suo profilo, dopo aver scoperto che Akira è Devilman, dove prima le danno della puttana, poi pian piano, si gira la cosa e si arriva a questo con un abbraccio di gruppo, partito da dei bambini, a Devilman, che in lacrime cerca di convincere un gruppo di umani a demordere dal linciare dei poveri innocenti (🤔)
Ho sperato nel finale, ma niente, persino nell'ultima tragica scena, non sono riusciti a rendere la tristezza e la solitudine di Satana, forse credendo che bastasse farlo piangere per trasmettere qualcosa, quando non è affatto così.

Potrei proseguire a criticarlo ancora per molto, però credo di aver reso l'idea: le scene pietose si sprecano, quanto l'inutilità di questa serie Netflix, che che vorrei dimenticare d'aver visto.

"RVH – Sette giorni per i lupi" di Lucia Guglielminetti


TITOLO: RVH – Sette giorni per i lupi
AUTORE: Lucia Guglielminetti
EDITORE: Self-published
GENERE: Dark fantasy, Metropolitane, Horror
PAGINE: 638

Trama
Salve, fedele lettore, hai sentito la mia mancanza? Credevi che me ne fossi andato, lasciandoti all’oscuro sul seguito della mia storia? Dovrei punirti, per questa mancanza di fiducia nei miei confronti. Io mantengo sempre le promesse, dovresti averlo imparato con la lettura del mio primo libro.
Scommetto che ti stai chiedendo di che cosa parlerà questa seconda parte… beh, non sarò certo così stupido da bruciarmi la sorpresa, ma penso di poterti anticipare qualcosa senza privarti del piacere di calarti a fondo nella lettura. In fondo siamo qui per questo, non ti pare?
Vediamo… se ami le battaglie, gli amori travolgenti, le amicizie che portano a commettere follie e a rischiare la vita, questo è il tuo libro.
Vuoi vivere alcuni fatti storici dall’interno, come le fasi salienti della Rivoluzione Francese? Allora seguimi. Io c’ero.
Sei ansioso di ritrovare i personaggi per cui hai fatto il tifo nel primo libro? Sono tutti qui ad aspettarti, in compagnia di altri che non hai ancora conosciuto. Alcuni resteranno fino alla fine, altri se ne andranno, ma la compagnia non manca.
Shibeen e i suoi fratelli, Stefan, Greylord, Ellie con la sua famiglia e naturalmente il sottoscritto, Raistan Van Hoeck… ti stiamo aspettando tutti. Vedi di non tardare, l’alba giunge in fretta, e il mio tempo per raccontare non è infinito. Devo riuscire a dirti tutto prima che Blackspear mi trovi. Quel maledetto vuole la mia testa come trofeo, ma non l’avrà.
 Corri con me caro lettore, e vediamo dove ci conduce questo ennesimo viaggio insieme. 

Le mie impressioni
No, non si può decisamente interrompere la lettura di questa saga, si finisce un libro e ci si tuffa nell’altro. Come scrive Raistan nella presentazione, cercherò di non fare spoiler (anche perché quello che si poteva dire lo ha già detto lui), seppur sia davvero difficile quando si tratta di una serie di libri collegati tra loro, per cui punterò più su alcune caratteristiche di questo libro.
La scrittura è quella a cui l’autrice ci ha abituato col primo: diretta, pulita e attuale, certo non possiamo dare all’Olandese il premio come chierichetto dell’anno, neppure nel linguaggio (ma in fondo lo amiamo perché è così). Ci riporta indietro nel tempo, ci farà conoscere finalmente meglio il clan dei Diurni, le loro regole, i giochi di potere e ci condurrà sui campi di battaglia, fino al cuore degli scontri coi lycan.
La corazza recava sbalzato sul davanti lo stemma dei Diurni: un leone rampante con lunghi canini, affiancato da due falci di luna opposte, sotto cui si leggeva il motto del Clan: “Omnis non moriar”, “Non morirò del tutto”.
Scopriremo come i vampiri non siano immuni a sentimenti di amicizia, fratellanza e cameratismo, personalmente mi sono affezionata a personaggi come Stefan e Chen, assieme ad altri che ho subito preso in antipatia (un po’ come Raistan… forse abbiamo gusti simili), tipo Nigel e i suoi tirapiedi. A un certo punto si vorrebbe consigliare calorosamente al protagonista di cambiare le sue frequentazioni, ormai dovrebbe aver capito di evitare certi luoghi! No, niente da fare, ma tanto è sfortunato, altrettanto dobbiamo ammettere che ha la pelle dura e persone attorno che tengono davvero molto a lui, che lo dimostrino apertamente o meno.
E, per tutti i diavoli, stai lontano dalle femmine umane! Ancora non ti sono costate abbastanza guai?
Tra passato e presente non ci si perde, ma si resta sempre col fiato sospeso nel seguire le vicende, le conseguenze e gli sviluppi della storia con Sophie e del rapporto con gli Andrews. Ci mostra la rivoluzione francese da una prospettiva decisamente diversa e assai interessante, soprattutto per qualche evento storico. Con l’Olandese le situazioni prendono spesso una piega inaspettata e Stefan ci finisce in mezzo più di una qualche volta. 
Vissi qualche momento di sconforto: avete idea di quante finestre contino le Tuileries? Io una volta lo sapevo. Le contai proprio quella sera
Si ride e si piange, sì, si piange sul serio, si trattiene il respiro e, in alcuni punti, si incontrano scene forti, dove si è combattuti tra una forma di compassione per Raistan e la condanna per le scelte che fa, per certi suoi comportamenti, ma come ribadisce spesso lui, non ha mai detto di essere buono… per poi farci ricredere qualche decina di pagine dopo.
Ma qui ritorniamo al punto di partenza, caro lettore, e alla domanda che continuo a porti, di tanto in tanto: Che cosa ti ha mai fatto pensare che io sia qualcosa di più di un campione di egoismo assoluto?
Seguiamo Atropo in uno dei suoi lavori e si finisce in una strana dimensione, dove io mi sono trovata a domandarmi quanto dolore e quanta sofferenza possa sopportare una persona, anche se vampiro, giacché la sequenza di torture che l’Olandese condivide con noi sembra non avere né tempo, né fine, rimpallandosi tra i sette giorni coi lupi e Blackspear, finendo confusi non dalla lettura, ma dai sentimenti contrastanti, e talvolta paradossali, che si arriva a provare per un unico personaggio, come nel caso di Vincent e di Greylord. Un plauso a Lucia Guglielminetti proprio per essere riuscita a creare tutto ciò.
«Io non ho amici. Non li ho mai avuti, tranne uno, che questo bastardo ha strappato in due davanti ai miei occhi. Mi ero illuso di aver trovato qualcosa che potesse assomigliargli, ma mi sbagliavo.»
Promosso a pieni voti questo secondo capitolo della saga, magistralmente gestito e, nota a margine, ho molto apprezzato i titoli di alcuni capitoli come citazioni di canzoni, molte delle quali conosco e amo. Infine, un’altra copertina stupenda per deliziarci è la ciliegina sulla torta.
Se non amate sangue, violenza, scene crude, torture, sentimenti, amore, amicizia e tradimenti lasciate perdere, altrimenti, questo libro fa proprio al caso vostro!

lunedì 9 aprile 2018

"RVH - Ascesa alle Tenebre" di Lucia Guglielminetti


TITOLO: RVH - Ascesa alle Tenebre
AUTORE: Lucia Guglielminetti
EDITORE: Self-pub
GENERE: Metropolitane, horror
PAGINE: 443


Trama
Se stai leggendo qui, vuol dire che sei in cerca di qualcosa fuori dall’ordinario. Io sono un vampiro, di quelli che non si fanno problemi a nutrirsi di sangue umano e che bruciano al sole. Raramente sono gentile, ma forse farò un’eccezione per te. E allora vieni con me, avventato lettore, voglio raccontarti la mia storia. Voglio che tu viva insieme a me il momento in cui sono morto, lasciando una moglie che trascuravo ormai da tempo e una donna che mi ha dato un tetto sotto cui dormire e l’affetto di una madre. 
Sospetti che fossi un uomo terribile in vita? È solo perché ancora non sai cosa ho fatto dopo la morte. 
Lasciati condurre in un viaggio nel passato per conoscere ciò che ha trasformato un ragazzino pallido e fragile in un vampiro vendicativo. Vieni a provare il dolore di una fiamma che brucia ma non consuma, vieni a sentirti vivo mentre uccidi tutti in una taverna, e vieni a scoprire che i mostri a volte non hanno le zanne, ma sono proprio come te. E seguimi anche nel presente, perché non mi sto divertendo per niente. 
Sono Raistan Van Hoeck, conosciuto anche come l’Olandese. Ho più di trecento anni. E ho una storia da raccontarti. 


Le mie impressioni
Ero stanca delle storie di vampiri, avere scritto una trilogia con loro, non so perché, aveva in parte allontanato la voglia di leggerne, complice qualche lettura non entusiasmante temo. Tuttavia, tempo addietro ero incappata in RVH e avevo letto l'estratto su Amazon, l'avevo trovato carino, ma non mi aveva conquistato. Galeotto fu un estratto postato dall'autrice in un gruppo su Facebook e il confronto con lei, attraverso qualche commento, sulla questione "vampiri". Così una sera eccomi a iniziare pigramente e un po' svogliata la lettura di questo primo libro dell'Olandese. Mi resi subito conto che, pur essendo passato qualche mese, ricordavo ancora molto bene l'estratto di Amazon, tanto da poterlo glissare e, alla fine, mi sono ritrovata a non riuscire più a scollarmi dalle pagine. 
Ho apprezzato il linguaggio moderno con cui Raistan scrive le sue memorie, rivolgendosi direttamente a un fantomatico lettore, tirandoti in qualche modo in causa, volente o nolente, perché in effetti dopo un po' hai proprio l'impressione di sentire la sua voce che ti rivolge le sue battute, che ti sottolinea che sta di nuovo divagando, che ti spiega, quasi andasse di fretta, il suo dover tornare a narrarti dei fatti presenti, accantonando quelli passati. Questo è sicuramente un gran merito da attribuire a Lucia: Raistan parla, vive, ha una voce sua e solo sua, così come gli altri personaggi, giacché lei li ha resi veri in una sospensione della realtà perfettamente riuscita. Con un linguaggio accessibile, Raistan ci riporta indietro nel tempo fino alla sua infanzia, alla fine del 1600, descrivendoci luoghi, usi e costumi, con paralleli all'oggi. Lo conosciamo da umano, inutile dire che si simpatizza per quel ragazzino che diventa uomo e che, inevitabilmente, inizia a fare le prime stupidaggini degne di tale nome, facendo il Raistan – come direbbe Shibeen, la sua creatrice – e a quel punto è il lettore, su esortazione dello stesso vampiro, a dover trarre le sue conclusioni, come più di una volta ci ripete. 
In realtà, ogni tanto si ha l'impressione che il giudice più impietoso di se stesso sia proprio Raistan, anche se si deve convenire con lui che in quanto a modi ed egoismo… ce n'è di certo. In fondo stiamo leggendo la storia di un vampiro, non di un buon samaritano né di un santo, per cui ci si aspetta (e in fondo lo si cerca) del sangue, che magari scorra a fiumi – perché no? – e anche una certa dose di violenza e spietatezza. Dopo la sua rinascita, azione, sesso, uccisioni, qualche piccola strage, amori e amicizie, delusioni e rimpianti accompagnano la lettura incalzante e fluida, tra passato e presente, senza farti perdere, ma con sempre più voglia di sapere come andrà a finire. Raistan lo si ama o lo si odia, di certo è uno dei quei personaggi che non fanno nulla per piacere, ce lo dice chiaramente, non gli interessa neppure apparire migliore – scrive – perché lo fa per se stesso, ha bisogno di rimettere ordine nella sua testa dopo l'ennesima batosta. In effetti, a un certo punto non si capisce se è lui a cercare i guai, o se sono loro a saltargli addosso con una ferocia inaudita… forse entrambe le cose.

"Speravo solo che non si mettessero a flirtare come due colombelle: non sapevo se sarei riuscito, in quel caso, a non fare il Raistan."

I tratti del suo carattere sono diversi, talvolta sfiorano il paradosso, questo lo rende una creatura interessante e tridimensionale, alla costante ricerca di qualcosa senza cadere in pensieri troppo filosofici o melensi, poiché li condisce del suo tagliente sarcasmo, dell'umorismo vampirico che fa un mondo a sé, fino a spingerli a una forma quasi nichilista o, giustamente, di freddo distacc. 
Diretto, senza peli sulla lingua, la diplomazia non è proprio tra le sue doti migliori, ma lealtà e onore sì, quelle li dimostra in molte occasioni.

"Ho scovato momenti di vera crudeltà, di follia totale, mi sono obbligato ad analizzare i sentimenti che questi eventi mi provocavano – ahimè, il rimorso per la maggior parte di essi non è nelle mie corde e questo dovrebbe dirla tutta sulla mia bontà d’animo – ma ho anche ricordato cose piacevoli, quelle sensazioni che dagli Andrews non ero riuscito a evocare: anch’io ho amato e sono stato amato, e questa consapevolezza, da sola, dà un senso alla mia esistenza."

Tuttavia, non illudetevi, non pensate come ho fatto io di leggere il primo libro e poi, chissà, forse prendere anche gli altri, perché se vi farete incastrare dall'Olandese, sarete finiti e vi ritroverete a comprare il successivo prima ancora di finire questo, per sapere come prosegue. Personalmente, pur essendo lenta nella lettura, mi sono divorata più di 2200 pagine in due settimane, perché il cerchio si chiude solo nel quarto romanzo, lasciandoti respirare un attimo e concedendoti di prenderti una pausa prima di approdare all'ultimo. 
Personalmente? Ne è valsa la pena!

martedì 3 aprile 2018

"Cuore di Neve: Le cronache del Ragnarök" di Debora Mayfair


TITOLO: Cuore di Neve: Le cronache del Ragnarök
AUTORE: Debora Mayfair
EDITORE: DZ Edizioni
GENERE: Fantasy romance, Metropolitane
PAGINE: 237

Trama
Quello che ci definisce sono le nostre esperienze, le connessioni e le amicizie che abbiamo creato col tempo, ma... se ce le dimenticassimo? 
Se il compagno che ci scalda sia il cuore che il letto, ogni notte, diventasse uno sconosciuto?
Se non ci ricordassimo più chi siamo, e cosa siamo in grado di fare?
***
Bianca sta finalmente ritrovando il suo equilibrio. Ha chiuso la relazione affettiva con Teo, ma non il suo rapporto con l’uomo, disposto a tutto, anche a mettere a repentaglio la sua vita, per proteggerla. Lui è il suo Cacciatore, lei una Regina degli Spiriti: il legame che li unisce è saldo come l’acciaio. O almeno è quello che credono entrambi. Il ritorno del primo amore di Bianca, Hallbjörn, dall’Islanda, metterà infatti a dura prova non soltanto il rapporto tra lei e Teo, ma anche la salute psichica della ragazza, messa sempre più in crisi dalle frequenti lacune nella sua memoria.
Enormi falle nei suoi ricordi le impediscono di rammentare fino in fondo chi lei sia e quale sia il suo ruolo.
Quello che infatti Bianca non immagina è che gli ingranaggi del Ragnarök, creati da lei stessa in un tempo dimenticato, stanno iniziando a muoversi e incastrarsi a ogni suo passo.
Il destino dell’universo è appeso a un filo e alla sua capacità o meno di ricordare…

Le mie impressioni
Questo libro mi ha fatto l’occhiolino per un po’, seppur non fossi molto convinta (sia per il fatto di non impazzire per il romance sdoganato, sia perché tocca elementi della tradizione nordica, che io amo molto), l’ho comprato per supportare l’autrice e l’editoria italiana di qualità; poi, una sera, eccomi lì a sceglierlo dalla libreria senza saperne il motivo (in effetti questo è il mio modo di scegliere i libri da leggere: puro istinto e slancio del momento). Mi sono ritrovata immersa nella storia, complice lo stile d Debora, senza troppi fronzoli, ma descrittivo quanto basta per permettere alla mia mente di creare un’immagine dominante. Ho fatto l’alba, l’ho letto tutto in una notte, ininterrottamente, spinta dalla curiosità di sapere come sarebbe finita, coinvolta dalle vicende. 
L’azione non manca, il ritmo è incalzante, non mancano i problemi e neppure le emozioni, i dubbi, le incertezze. Bianca, inizialmente, mi era parsa una ragazza in balia degli eventi, ma pagina dopo pagina ha rivelato un carattere deciso, testardo, indipendente, tutte qualità che amo.
I personaggi, sono definiti, hanno una loro voce e un loro carattere, che non sempre si evince da principio e questo ne rende bella la scoperta con l’evolversi della storia, tra pregi e difetti (a seconda del gusto personale del lettore). Ammetto senza problemi, che a conquistarmi è stato Hallbjörn, forse l’ho inquadrato da subito nel modo giusto e, quindi, mi ha sempre avuta dalla sua parte. Teo, nonostante ciò, sa farsi apprezzare, soprattutto quando si scontra con Hallbjörn, sia fisicamente che verbalmente; non è esattamente il tipo di uomo che vorrei accanto (sono un po’ come Bianca temo), ma ha indubbie molte qualità e mi piacerebbe averlo come amico!
Ho apprezzato anche come sono stati usati gli elementi della tradizione nordica, che di solito sono il punto più dolente per la sottoscritta, invece, qui hanno creato un degno scenario.
Unico punto che mi ha creato qualche problema all’inizio, la scelta di inserire le pagine del diario di Bianca. Diciamo che per un po’ mi ha indispettito l’interruzione della narrazione, volevo seguire le vicende, mentre questi “stop”, mi arrivavano come intoppo, quasi inciampassi su un sasso. Dopo ci ho preso la mano ed è indubbio come queste parentesi servano a comprendere meglio tutto, a farsi un’idea più completa della storia. Si tratta di abituarsi e poi tutto fila liscio.
Ora aspetto trepidante il seguito, dato che Debora è riuscita a conquistarmi con la sua storia.

martedì 27 marzo 2018

"In Aeternum" di Anna Chillon


TITOLO: In Aeternum
AUTORE: Anna Chillon
EDITORE: Self-publishing
GENERE: Dark fantasy, Romance, Erotico
PAGINE: 43


Trama
Parigi, 1957. Michelle è pronta ad attuare il suo piccolo colpo di scena per smascherare il tenebroso pianista che si esibisce al teatro Opéra National. A nulla servirà tentare di nascondergli la sua più grande debolezza, sarà semplice leggerle nel cuore e nell’animo e sarà lui stesso a decidere la sua sorte, il castigo e la ricompensa. 
Una sinfonia che il pianista ha intenzione di suonare fino all’ultima nota.

Attenzione: contiene scene di sesso esplicito.


Le mie impressioni
Un racconto breve, ma intenso, caratterizzato dall'inconfondibile stile dell'autrice, che non si smentisce. Ci offre un Vampiro suo, per nulla fluffy e neppure vegano, ma che trova il modo di farti gelare e ribollire il sangue allo stesso tempo.
Un'altra ottima prova, ben riuscita, che però ti fa sperare di poter leggere un seguito magari.

martedì 20 marzo 2018

"Larvae (L'Ombra di Venezia Vol. 1)" di Maikel Maryn



TITOLO: Larvae (L'Ombra di Venezia Vol. 1)
AUTORE: Maikel Maryn
EDITORE: Self-publishing
GENERE: Dark fantasy, Gothic, Occulto, Horror, Erotico
PAGINE: 44


Trama
Schiavo, assassino, fuggiasco, brigante, contrabbandiere, lo Sçiavo è un uomo senza nome e senza radici, ma cosa può succedere quando l'unico luogo che sente di chiamare casa viene invaso? Cosa vogliono gli uomini silenziosi, avvolti in cappe nere e con i volti celati da maschere inespressive? Chi è La Vergine e cosa c'entra con loro?
Le risposte sono là fuori, nelle tenebre oltre i confini della laguna veneziana...

Larvae è una novelette appartenente alla non-serie GOTHIC HORROR STORY, racconti in cui si mescolano narrativa storica, horror sovrannaturale, magia nera e demonolatria, ettolitri di sangue e sesso esplicito. In questo caso anche un po' di avventura e faccende di cappa e spada.
Il primo racconto di questa non-serie è Luna Nuova e lo puoi trovare sempre GRATIS su Amazon.


Le mie impressioni
Io sono tra i lettori che si sono innamorati di "Luna Nuova" e Maikel non ha deluso le mie aspettative, anzi. Il suo modo di scrivere ti cala direttamente nelle ambientazioni, respiri quel non so che di oscuro, di notte, passando da una ricercatezza di linguaggio narrativo assai fine, eppure scorrevole, a un registro diretto e crudo, che dà una voce proprio ad ogni personaggio.
Poche righe e lo Sçiavo già mi aveva conquistata, non potevo che seguirlo nella vicenda e, lo ammetto, in un paio di punti gli ho pure detto "svegliati, non l'hai ancora capito?", ma non per la scontatezza degli eventi, sia chiaro, semplicemente perché ragiona da uomo che si ritrova in qualcosa che non conosce affatto: qui entra in gioco l'occultismo.
A differenza di Luna Nuova, qui ho rivisto qualcosa di più "Lovercraftiano", non per una copia o un tentativo di emulazione, bensì proprio per stile e immaginazione oscura e orrorifica, per cui è semplicemente amore quello che ho per questo racconto.
Non mancano erotismo e sangue, azione e sesso, di quello che leggi con piacere, senza fronzoli, ma che sicuramente non è per tutti... per me sicuramente sì.
Spero di poter leggere presto il prossimo 😊

martedì 13 marzo 2018

"Le Follie del Vampiro Nik" di Alessio Filisdeo



TITOLO: Le Follie del Vampiro Nik
AUTORE: Alessio Filisdeo
EDITORE: Nativi Digitali Edizioni
GENERE: Urban fantasy, Metropolitane
PAGINE: 51


Trama
Avete sentito parlare delle sue scorribande sui blog e sui social network.
Avete ammirato le sue prodezze in “Una Notte di Ordinaria Follia”.
Ora, il folle vampiro Nik ha un libro tutto per lui! Tra stravaganti nightclub di Mosca, agguati notturni, salvataggi rocamboleschi, improbabili interviste radiofoniche e deliranti sedute di psicoanalisi, avrete un assaggio di quello che l’immortale più fuori di testa del XXI secolo può combinare.
“Le follie del vampiro Nik”, un po’ prequel e un po’ approfondimento a “Una Notte di Ordinaria Follia”, spinge ancora di più il pedale sul lato grottesco e ironico della visione Urban Fantasy di Alessio Filisdeo, senza rinunciare ovviamente a una buona dose di pallottole tra una battuta arguta e l’altra.
E sapete qual è la parte migliore? Che questo racconto ve lo offre il buon Nik: alla salute!

Le mie impressioni
Sicuramente un racconto adatto a un pubblico adulto, che presenta un vampiro vecchio stile trasportato e adattato ai nostri tempi, tagliente e irriverente, che guarda agli umani con disprezzo e superiorità, ma anche ai suoi simili non riserva un trattamento migliore.
Alcuni "dialoghi" sono davvero brillanti e non possono che strappare un sorriso, a "Edward-principessa-dei-diamanti-sotto-il-sole-Cullen" sono letteralmente scoppiata a ridere. Vi chiedete perché ho messo dialoghi tra virgolette? Ecco, questo è forse il punto che non mi ha del tutto convinto: il più delle volte non sono dialoghi, ma interminabili monologhi di Nik con un interlocutore a caso, potrebbe essere chiunque e non cambierebbe nulla, perché a Nik non frega in sostanza niente di chi lo sta ascoltando. Funziona, se non fossero gestiti bene sarebbero pipponi da far chiudere il libro alla seconda pagina, però è un racconto e, onestamente, mi sono ritrovata a chiedermi se reggerei un romanzo di 175 pagine strutturato così.
Il racconto scivola via che è un piacere, infarcito di stereotipi presentati da Nik stesso e denigrati con sagacia, come ci si aspetta da un adolescente cresciuto nel Bronx (anche se Nikolai è russo, almeno credo 😅), con lo stesso linguaggio e lo stesso fare, che si atteggia da grande e da "vecchio vampiro" anche quando non lo è, che si lamenta di qualcosa che in realtà non ha mai vissuto se non nella sua fantasia, perché non gli piace quello che gli gira attorno. Eppure, riesce a farlo senza risultare un frignone patetico, quanto più uno psicopatico, per sua stessa ammissione, che si diverte pure. In questo e nelle scene d'azione che si rincorrono emerge un lato pulp e hollywodyano, che è di nuovo il protagonista a farci notare quando dice che lui ci è cresciuto con certe cose.
Mi è piaciuto molto il finale, aperto quanto basta per lasciare intravedere, o comunque sospettare, che la violenza apparentemente gratuita di questo vampiro moderno non sia del tutto frutto della sua follia; se ben letto, chiudi con quelle domande in sospeso che spingono a cercare risposte, magari nel romanzo citato nella trama stessa, con lo strano dubbio che però non ci saranno risposte, dato che in fondo si è capito che Nik non è poi tanto prevedibile.
Qualche aspetto, qualche passaggio, avrebbe potuto essere approfondito maggiormente a favore di chi approccia lo scritto come prima lettura, tuttavia lo si può gustare tranquillamente, consapevoli che non piacerà a tutti, soprattutto a chi ama la visione più romantica del vampiro bello e maledetto.

martedì 27 febbraio 2018

"Berserkr" di Alessio Del Debbio


TITOLO: Berserkr
AUTORE: Alessio Del Debbio
EDITORE: DZ Edizioni
GENERE: Urban fantasy, Metropolitan
PAGINE: 150


Trama
Berlino, inizio del terzo millennio. La Guerra Calda è finita, gli Accordi dell’89 sono stati firmati e la città è stata divisa in sette zone, ciascuna assegnata a una delle antiche stirpi. All’interno della ringbahn vivono gli uomini, protetti dalla Divisione, incaricata di mantenere la pace e impedire sconfinamenti e scontri tra le stirpi. Misteriosi omicidi, provocati da sconosciute creature sovrannaturali, iniziano però a verificarsi in tutta la città, rischiando di frantumare il delicato equilibrio raggiunto. La Divisione incarica Ulrik Von Schreiber di indagare, aiutato dal pavido collega Fabian, ben sapendo quanto abbia a cuore il mantenimento della pace. Ma Ulrik non è soltanto un cacciatore, incarna lo Spirito Protettore della Città, l’Orso di Berlino, che non attende altro che liberare la propria furia.


Le mie impressioni
È il secondo romanzo che leggo di questo autore, che riconferma la sua bravura. Il suo stile lo si riconosce subito, tuttavia dimostra grande abilità nell'adattarlo a una storia nuova e originale. Ci catapulta subito in eventi cruenti e ci presenta un protagonista lontano dal classico stereotipo dell'eroe, ma che non abbraccia neppure la figura dell'anti-eroe: Ulrik sa di vero, di una persona che ha vissuto, sofferto, in lotta con la propria natura e con un compito a gravare sulle sue spalle non facile. Proprio la sua vita lo ha reso in parte duro, abituato agli scontri e disincantato, forse disilluso, che nel distacco cerca di difendersi dal dolore. Di lui riusciamo a scoprire i punti di forza e le debolezze, fragilità celate che inducono a seguirlo per conoscerne le sorti.
Alessio del Debbio ci porta, come in "Ulfednar war - La guerra dei lupi", a spasso nel tempo, permettendo al lettore di scoprire man mano i retroscena, le storie non solo del protagonista, ma anche di altri personaggi che riescono a farsi amare od odiare a seconda dei gusti (io ho amato Lorelai). La capacità dell'autore di non farci perdere in questi salti è davvero notevole.
Altra cosa che ho apprezzato molto risiede nell'essere riuscito a non far scoprire il reale antagonista e le sue vere motivazioni fino all'ultimo, incollandomi alle pagine per arrivare in fondo e sciogliere l'enigma.
Non meno rilevante è la definizione dell'ambientazione, curatissima, che consente di camminare per le strade di Berlino, a tratti facendone assaporare non solo l'atmosfera, ma addirittura il sapore, attraverso i sensi del personaggio stesso.
Emerge la passione dell'autore per il folclore, che lo porta a presentarci creature non ordinarie, delineandole in maniera ineccepibile per la narrazione che ha costruito, intrecciando originalità, azione, colpi di scena, tradimenti.
Al di là della forza e della durezza di Ulrik, riusciamo a trovare una passionalità nello scritto che lo rende davvero apprezzabile, con note crude e violente, introspezioni e riflessioni notevoli, che trovano il loro culmine nella scelta difficile che il protagonista dovrà compiere per se stesso, per la città e per le sette stirpi.
Ultima nota, da cui non posso esimermi, è l'apprezzamento alla stupenda copertina realizzata da Livia De Simone, che inevitabilmente cattura l'occhio come poche.

mercoledì 21 febbraio 2018

"Genocidal organ": Film d'animazione


Trama
Sarajevo ritorna ancora una volta ad essere al centro della storia mondiale, quando una bomba atomica artigianale la distrugge. Mentre gli stati democratici si trasformano sempre più in stati dove la "Sorveglianza Assoluta" è la norma e la fuga verso una velleitaria "Sicurezza Totale" spinge alla dittatura, Clavis Shepard, agente dell'intelligence americana, si lancia sulle tracce della mente criminale dietro l'attacco. John Paul è l'uomo responsabile del caos in cui sta precipitando il mondo. Ma chi è quest'uomo? Dove si nasconde? Ed è lui il vero responsabile di quanto accade? Oppure è solo un'altra pedina nell'ennesimo gioco di specchi?

Le mie impressioni
Oggi vi presento "Genocidal organ", film d'animazione del 2017, che miscela una distopia estremamente realistica, sulla scia di eventi post 11 Settembre, filosofia, programmazione neuro-linguistica, azione e un po' (tanto) splatter.
Il classico prodotto "troppo psicologico" per un anime d'azione, e "troppo d'azione" per un anime filosofico e intimista, che indaga la natura stessa dell'essere umano, in quasi due ore di animazione decisamente di qualità. Personalmente ho apprezzato molto le scene di combattimento simil-videogioco moderno, poiché rendono perfettamente il senso che emerge via via nella storia.
Tante verità sotto il vestito della fantascienza, persino certi "moduli emozionali" citati in riferimento al nazismo, sono effettivamente stati studiati, seppur con altro nome... ma niente spoiler!

martedì 20 febbraio 2018

"SteamBros Investigations: Halloween's Hellgate" di Alastor Maverick e L.A. Mely


TITOLO: SteamBros Investigations: Halloween's Hellgate
AUTORI: Alastor Maverick e L.A. Mely
EDITORE: DZ Edizioni
GENERE: Steampunk, Gialli e Thriller
PAGINE: 23

Trama
Gli Hoyt Brothers questa volta si trovano ad affrontare un pericolo soprannaturale nella notte di Halloween. Il loro intelletto ed il loro magnifico sidecar saranno sufficienti a sventare la minaccia e salvare la Londra vittoriana dall'estinzione?

Le mie impressioni
Questa coppia di autori non delude, ma sa anche sorprendere.
Premetto che il racconto si può gustare anche senza aver letto il libro, tuttavia, per chi come me ha adorato "L'armonia dell'imperfetto", risulta una vera chicca, per di più gratuita. 
Dapprima spiazza, lo ammetto, ci si chiede davvero cosa stia succedendo, poi si capisce e si finisce con un bel sorriso stampato in faccia e, in fondo, con lo stesso dubbio che credo aleggi anche nella testa di Melinda Hoyt. Ecco, la cosa che più mi è piaciuta è lo svelarsi di un altro lato di Melinda, una sfaccettatura che la mostra più fragile e femminile, senza snaturarla, rivelandoci in qualche modo qualche sua paura. Nicholas si conferma magnifico nel suo fare, credibile e adorabile.
In poche pagine, Alastor e Mely conducono il lettore in una spirale di eventi trascinanti e incalzanti. Lo fanno con stile e le parole scorrono che è un piacere, gli scenari di questa Londra vittoriana si dipingono come pennellate d'artista, tra chiaroscuri, grigi fumosi e neri notturni, bagliori metallici e un rosso sangue che va dall'inquietante al demoniaco, a cui fanno da sfondo le tradizioni di Halloween, le risate e i bambini, per dissolversi come fantasmi e tornare reali alla fine.
Personalmente, l'ho veramente apprezzato molto.

venerdì 16 febbraio 2018

"I figli della tempesta" di Francesca Noto


TITOLO: I figli della tempesta
AUTORE: Francesca Noto
EDITORE: Astro Edizioni
GENERE: Urban fantasy, Metropolitane, Romance
PAGINE: 261

Trama
Avere diciassette anni è complicato, se sei nato all’ombra di un’ingombrante profezia e la tua famiglia si aspetta che riveli capacità straordinarie. Questo pensa Nathaniel Gordon, quando guarda allo specchio i suoi strani occhi spaiati, che gli ricordano ogni giorno una scomoda eredità: discendente dei norreni, nato per mettere fine a una minaccia proveniente da un altro piano d’esistenza, Nate è sempre più convinto che qualcuno si sia sbagliato sul suo conto.
Ma quando Winter, un violento e misterioso ragazzo albino, irrompe nella sua vita e la stravolge, non c’è più tempo per i dubbi. Tra fughe precipitose, scontri mortali e decisioni laceranti, Nathaniel dovrà combattere una guerra più grande di lui e sopravvivere in un mondo che non è il suo. Chi è l’inarrestabile gigante dal cuore di ghiaccio pronto a tutto per allagare di sangue la nostra dimensione terrena, e qual è la verità sul conto di Winter? Per saperlo, dovrà abbracciare il destino e scoprire cosa è riservato ai figli della tempesta...

Le mie impressioni
Lo stile di Francesca è fluido e a tratti poetico, soprattutto in certe descrizioni e, indubbio, traspare il suo amore per i cavalli e una passione per la mitologia nordica che la porta, pur in una storia decisamente fantasy, a non snaturarne la sostanza (e visto che io sono etena, questo è sempre un punto assai dolente... lei non mi ha fatto storcere il naso in nulla).
I protagonisti sono ragazzini, un diciassettenne e un quasi ventenne, eppure mi sono trovata coinvolta nelle loro vicende come di rado mi accade con personaggi molto giovani, soprattutto con Winter, complice forse tante (troppe) cose in comune.
Rapporti difficili, amicizia, fiducia, amore, senso di appartenenza, famiglia, "casa", destino, ecco i temi che Francesca affronta in un susseguirsi incalzante di eventi, che pur portandoti al centro dell'azione, te li fa assaporare in ogni istante, frenetici, ma mai frettolosi.
Cedo che questo romanzo sia consigliabile e gustabile a tutte le età, forse per chi, come me, è avanti con gli anni, fa vivere con maggiore intensità una consapevolezza che Nate acquisisce tra le pagine, dopo che Richard gliela rivela all'inizio della storia:
«Ogni circostanza si verifica quando deve, e puoi credermi, se te lo dico io». Lo guardò dritto negli occhi, e scosse piano la testa. «Ma questi tuoi diciassette anni non torneranno più, Nathaniel. Quello che posso dirti è solo di non sprecarli».
Che la copertina è stupenda lo devo sottolineare? 😋

lunedì 12 febbraio 2018

"Alakim - Le Catene dell'Anima (Vol.3)" di Anna Chillon


TITOLO: Alakim - Le Catene dell'Anima (Vol.3)
AUTORE: Anna Chillon
EDITORE: Self-published
GENERE: Dark fantasy, Metropolitane, Romance, Erotico
PAGINE: 407

Trama
Combattere pur avendo perso le forze,
scoprendo sentimenti avversi,
facendo della propria debolezza la propria arma.
***
Con i nuovi arrivi in città, una grande minaccia incombe su Alakim. Privato del potere e stremato da una fame che non è più in grado di soddisfare, diviene facile preda dei suoi nemici.
Questa volta lottare insieme a Nicole e Muriel non gli basterà a salvare se stesso e tutti coloro che lo circondano da un male che dilaga inarrestabile, contagiando Marsiglia intera. 
Questa volta ciascuno dovrà porsi dinnanzi allo specchio per scoprire l’origine della propria fragilità e svelare i reconditi sentimenti dell’animo.
Perché la vera forza sta nel guardarsi dentro, faccia a faccia con i propri demoni, accogliendo qualunque realtà venga rivelata, per quanto dura essa sia.

ATTENZIONE: contiene scene esplicite di violenza e sesso.


Le mie impressioni
L'autrice catapulta direttamente nel nuovo capitolo di questa saga, senza lasciare respiro, confermando che Alakim o lo odi o lo ami, nonostante ciò ti strega e non puoi che seguirlo nella storia con Nicole, in attesa di poter rivedere Lucius, finendo conquistata dalle sfaccettature dei personaggi. Arrivi alla fine e non ti basta, ne vorresti ancora e così riprendi a leggere dal primo libro, fremendo nell'attesa come un'adolescente al primo appuntamento. Lo stile di Anna è diretto, perfetto per la storia, crudo, eppure riesce a evocare una poesia tutta sua, tra il divino e il maledetto ti trascina in un susseguirsi di eventi soprannaturali. Trovo che la sua narrazione sia migliorata e cresciuta rispetto al primo libro della saga, limando qualche spigolo e gestendo meglio il PoV, facilitando quindi il lettore.

"Ulfhednar War - La guerra dei lupi" di Alessio Del Debbio


TITOLO: Ulfhednar War - La guerra dei lupi
AUTORE: Alessio Del Debbio
EDITORE: Il Ciliegio Edizioni
GENERE: Urban fantasy, Azione e avventura
PAGINE: 332

Trama
Amici da anni, Ascanio, Daniel, Marina e la loro compagnia di Viareggio non desiderano altro che trascorrere una tranquilla vacanza insieme, ma il destino ha altro in serbo per tutti loro. Gli ulfhednar di Odino sono tornati e la Garfagnana non è più un posto sicuro da quando Raul ha preso il comando del branco del Vello d’Argento. Spetta ad Ascanio, ultimo discendente di una stirpe di officianti della Madre Terra, contrastare i suoi progetti di dominio, aiutato dal suo compagno Daniel, un ulfhedinn fuggiasco che ha imparato ad apprezzare la vita tra gli uomini. Ma dietro le mire espansionistiche del violento e indegno Alfa si nasconde un’ombra antica, disposta a tutto pur di aggrapparsi alla vita.
«Per questo continuiamo a provare. Per rendere onore a chi è caduto, per vincere le nostre paure e promettere a noi stessi di non fallire più.»

Le mie impressioni
L'ho divorato, ogni attimo libero finiva tra le righe di questa storia, dove elementi della tradizione e delle leggende nordiche si sposano con uno squarcio d'Italia, in un susseguirsi di eventi incalzanti, assieme a frammenti di passato abilmente gestiti dall'autore, che non confondono il lettore, né spezzano la tensione.
Narrazione scorrevole, che rivela l'abilità di Alessio Del Debbio, che riesce a esibire stile e precisione, senza mai rendere pesante la lettura.
Azione ed emozioni sono un mix perfettamente gestito, con un epilogo davvero eccezionale.

mercoledì 7 febbraio 2018

"Zanne: l'Eredità del Cane" di Piero De Fazio


TITOLO: Zanne: l'Eredità del Cane
AUTORE: Piero De Fazio
EDITORE: Antonio Tombolini Editore
GENERE: Gialli e Thrille, Fantasy contemporaneo
PAGINE: 298

Trama
Solo chi è vigliacco o chi ha un cuore puro sogna di diventare un supereroe. Ma cosa succede quando qualcuno riesce davvero ad acquisire straordinarie capacità, elevandosi così dalla massa degli uomini?A questa domanda, l’ispettore di Polizia Pietro De Falco, tormentato e in crisi di vocazione, non può ancora rispondere. Non completamente. Sebbene sia dotato di eccezionali competenze e impensabili abilità, la sua è una vita di interrogativi. Mosso da un istinto che non riesce a tenere a freno, in bilico tra morale e giustizia, tra lecito e mostruoso, si avventura in strade che non dovrebbe frequentare, sfrutta facoltà che nessun uomo potrebbe immaginare.Eppure la sua è una personale battaglia contro il male.Il buio è insieme compagno e nemico, è il solo custode di un segreto che arriva da lontano. Il destino che si delinea ha la forma di una notte carica di promesse e portatrice di un’eredità ancestrale e pericolosa.

Le mie impressioni
Una storia non banale, dove lo stile dell'autore rivela maestria, non solo nella gestione della trama, ma anche nello stile narrativo, dove un linguaggio e un ritmo asciutto e diretto, adatto a un investigatore, si amalgamano a ricercatezze e finezze linguistiche.
La narrazione scorre fluida e ti spinge a girar pagina ogni volta, finché arrivi alla fine e ti ritrovi a sperare che l'autore ci regali presto un seguito, per quanto il romanzo sia auto-conclusivo.
Un protagonista che o lo ami o lo odi, ma se lo ami è perché vorresti essere lui, perché sei lui nell'anima e ti rispecchi nella sua visione del mondo e della giustizia.

lunedì 5 febbraio 2018

Alakim - Luce dalle Tenebre (vol. 1)


TITOLO: Alakim - Luce dalle Tenebre (vol. 1)
AUTORE: Anna Chillon
EDITORE: Self-pub
GENERE: Dark fantasy, Metroplitane, Romance
PAGINE: 409

Trama
Alakim è un permanente divorato da una fame crudele. Reietto in cielo e braccato in terra da una schiera di guerrieri immortali, condivide il suo rifugio sotterraneo con due Nephilim, abili combattenti e fedeli compagni nella sorte. 
Di giorno è costretto all’oscurità, mentre la notte si aggira per le vie di una Marsiglia trasgressiva, in cerca di un modo per assolvere al patto stretto con Lucifero. È proprio durante questa ricerca che un prete dalle eccezionali capacità sensitive gli suggerisce un antico testo custode di segreti proibiti, portandolo così a imbattersi in Nicole, una giovane libraia animalista. 
La ragazza ingaggia una lotta impari per non venire travolta dall’indole tenebrosa di Alakim e dal suo spiccato gusto per la malvagità, ma l’ardore che scocca tra loro rapisce corpo e mente, lasciandola senza via di fuga, sopraffatta dall’impetuosità dell’immortale e dalla scoperta di una realtà troppo grande da accettare: una realtà per la quale occorre avere fede. 
Così, in un susseguirsi di eventi inaspettati, mettendo a rischio la propria esistenza, i suoi amici e Nicole stessa, Alakim fa di tutto per dare a Lucifero ciò che gli spetta, lottando, tracciando la sua strada nel sangue e spingendosi oltre i limiti. 
Perché avere una possibilità di scelta è l’unica cosa cui non è disposto a rinunciare, anche se quello da pagare è un inimmaginabile prezzo.

Le mie impressioni
Un esordio travolgente per una saga dura, a volte crudele, che delinea un mondo celato e violento, dove si perdono di vista buoni e cattivi, catalizzati da personaggi sfaccettati che si scoprono pian piano, dove anche il sesso assume connotazioni oscure ed il piacere si mescola al dolore, nella ricerca di una speranza. Scegliere la libertà anche quando non è concessa, pagare con la sofferenza fisica e dell'anima, eppure essere così convinti da essere disposti a rifarlo: un viaggio come pochi, non adatto a tutti.

sabato 3 febbraio 2018

"Luna Nuova" di Maikel Maryn


TITOLO: Luna Nuova
AUTORE: Maikel Maryn
EDITORE: Self-pub
GENERE: Dark fantasy, Horror, Gotico, Erotico
PAGINE: 56
Disponibile GRATIS

Trama
Venezia, quattordicesimo secolo.
Una giovane attende alla finestra l'arrivo di un ospite misterioso. Un ricco mercante alla ricerca di piaceri più che proibiti. Una coppia di amanti si incontra per consumare il proprio amore clandestino.
Tra ponti e canali queste figure si muovono in una notte senza luna per scoprire che per avere ciò che si desidera c'è sempre un prezzo da pagare…

DISCLAIMER
“Luna Nuova” è un racconto lungo, primo della non-serie #GothicHorrorStory, un ciclo di racconti indipendenti ma collegati tra loro in cui si mescolano narrativa storica, horror sovrannaturale, elementi di magia nera e domonlatria, ettolitri di sangue e sesso esplicito.

Le mie impressioni
Un racconto che fa gustare l'atmosfera gotica dall'inizio alla fine, con tinte cupe in un affresco rosso e nero, attraverso una narrazione che sposa il genere, con personaggi che affascinano, creando disgusto o pena, senza troppi fronzoli e dal sapore vero, in uno scenario veneziano che a tratti mi ha riportato a vedere perfettamente i palazzi notturni lambiti dall'acqua e molto altro.
Lo stile di questo autore è particolare, ricercato e curato, adatto al genere secondo me, con una straordinaria capacità nel trascinare con la sua tensione narrativa.

"SteamBros Investigations: L'armonia dell'imperfetto" di Alastor Maverick e‎ L.A. Mely


TITOLO: SteamBros Investigations: L'armonia dell'imperfetto
AUTORI: Alastor Maverick e‎ L.A. Mely
EDITORE: DZ Edizioni
GENERE: Steampunk, Azione e avventura, Mistery
PAGINE: 150

Trama
Il mondo è dominato dalla meraviglia dei motori a vapore e delle macchine elettriche. La gloria e il lusso appartengono ai ricchi e ai potenti che lasciano le classi meno abbienti a vivere nella miseria. In questo miasma di fumo e carbone emergono le menti più brillanti, siano esse volte al crimine o alla giustizia. Nicholas e Melinda Hoyt sono due investigatori privati, schierati al servizio della giustizia, fondatori dell'agenzia "Hoyt Brothers Investigations". Quando un apparente caso di suicidio porta a galla frammenti del loro passato, solo una grande dose di fortuna, intelligenza e vapore potrà far emergere la verità e salvargli al vita.

Le mie impressioni
Gli autori sono riusciti a dipingere un'ambientazione steampunk vittoriana sublime e non stucchevole, anzi, ti portano a camminare per le strade di questa Londra facendoti respirare un'atmosfera davvero realistica. Ci si immerge man mano nella storia, imparando a conoscere ogni personaggio, scoprendone le sfaccettature senza fretta, svelando un mistero, ma spalancando una finestra su qualcosa che sembra ben più grande del caso risolto dai fratelli Hoyt.
Attendo con ansia il seguito.

"Nora" di Giacomo Ferraiuolo


TITOLO: Nora
AUTORE: Giacomo Ferraiuolo
EDITORE: DZ Edizioni
GENERE: Horror
PAGINE: 173

Trama
Tutto ha inizio con la morte.
Un omicidio irrisolto, una donna rinchiusa in un ospedale. Nora, prigioniera della sua stessa mente cerca di essere libera da un passato macchiato di sangue che non riesce a dimenticare. Troverà nell'infermiere Christian un amico fedele a cui confidare l'orrore celato nel profondo. Un orrore che striscia ancora tra le ombre della casa di Nora. Un orrore che cerca di uscire da quelle mura. Nessuno è più al sicuro. Lei li aveva avvisati. Sarà compito di Christian scoprire cosa c'è di vero nelle farneticazioni della donna e cosa è invece frutto della follia. Cos'è successo veramente a Nora in quella casa? È possibile conoscere fino in fondo chi ci sta attorno? Una storia di pazzia e dolore, di morte e paura, che porterà a una verità ancora più cupa e terribile.

Le mie impressioni
Storia non banale, che mi ha ricordato un po' l'approccio che io definisco alla "Twin Peaks", ben descritta, le atmosfere ti coinvolgono e... ho amato il finale: quelle ultime righe sono perfette.
Questo autore ha un stile pulito, senza fronzoli, che ti trascina nel suo mondo e ti porta in giro dove vuole lui, senza sbagliare un colpo. Crea tensione anche senza scene splatter, mostra incubi che strisciano alle spalle del lettore respirandogli sul collo e ti ritrovi a girar le pagine una dopo l'altra, cercando un finale rassicurante magari, ma è un horror come si deve! Quando chiudi il libro, un po' ti chiedi se sia proprio tutta fantasia.