martedì 17 aprile 2018

"RVH – Sette giorni per i lupi" di Lucia Guglielminetti


TITOLO: RVH – Sette giorni per i lupi
AUTORE: Lucia Guglielminetti
EDITORE: Self-published
GENERE: Dark fantasy, Metropolitane, Horror
PAGINE: 638

Trama
Salve, fedele lettore, hai sentito la mia mancanza? Credevi che me ne fossi andato, lasciandoti all’oscuro sul seguito della mia storia? Dovrei punirti, per questa mancanza di fiducia nei miei confronti. Io mantengo sempre le promesse, dovresti averlo imparato con la lettura del mio primo libro.
Scommetto che ti stai chiedendo di che cosa parlerà questa seconda parte… beh, non sarò certo così stupido da bruciarmi la sorpresa, ma penso di poterti anticipare qualcosa senza privarti del piacere di calarti a fondo nella lettura. In fondo siamo qui per questo, non ti pare?
Vediamo… se ami le battaglie, gli amori travolgenti, le amicizie che portano a commettere follie e a rischiare la vita, questo è il tuo libro.
Vuoi vivere alcuni fatti storici dall’interno, come le fasi salienti della Rivoluzione Francese? Allora seguimi. Io c’ero.
Sei ansioso di ritrovare i personaggi per cui hai fatto il tifo nel primo libro? Sono tutti qui ad aspettarti, in compagnia di altri che non hai ancora conosciuto. Alcuni resteranno fino alla fine, altri se ne andranno, ma la compagnia non manca.
Shibeen e i suoi fratelli, Stefan, Greylord, Ellie con la sua famiglia e naturalmente il sottoscritto, Raistan Van Hoeck… ti stiamo aspettando tutti. Vedi di non tardare, l’alba giunge in fretta, e il mio tempo per raccontare non è infinito. Devo riuscire a dirti tutto prima che Blackspear mi trovi. Quel maledetto vuole la mia testa come trofeo, ma non l’avrà.
 Corri con me caro lettore, e vediamo dove ci conduce questo ennesimo viaggio insieme. 

Le mie impressioni
No, non si può decisamente interrompere la lettura di questa saga, si finisce un libro e ci si tuffa nell’altro. Come scrive Raistan nella presentazione, cercherò di non fare spoiler (anche perché quello che si poteva dire lo ha già detto lui), seppur sia davvero difficile quando si tratta di una serie di libri collegati tra loro, per cui punterò più su alcune caratteristiche di questo libro.
La scrittura è quella a cui l’autrice ci ha abituato col primo: diretta, pulita e attuale, certo non possiamo dare all’Olandese il premio come chierichetto dell’anno, neppure nel linguaggio (ma in fondo lo amiamo perché è così). Ci riporta indietro nel tempo, ci farà conoscere finalmente meglio il clan dei Diurni, le loro regole, i giochi di potere e ci condurrà sui campi di battaglia, fino al cuore degli scontri coi lycan.
La corazza recava sbalzato sul davanti lo stemma dei Diurni: un leone rampante con lunghi canini, affiancato da due falci di luna opposte, sotto cui si leggeva il motto del Clan: “Omnis non moriar”, “Non morirò del tutto”.
Scopriremo come i vampiri non siano immuni a sentimenti di amicizia, fratellanza e cameratismo, personalmente mi sono affezionata a personaggi come Stefan e Chen, assieme ad altri che ho subito preso in antipatia (un po’ come Raistan… forse abbiamo gusti simili), tipo Nigel e i suoi tirapiedi. A un certo punto si vorrebbe consigliare calorosamente al protagonista di cambiare le sue frequentazioni, ormai dovrebbe aver capito di evitare certi luoghi! No, niente da fare, ma tanto è sfortunato, altrettanto dobbiamo ammettere che ha la pelle dura e persone attorno che tengono davvero molto a lui, che lo dimostrino apertamente o meno.
E, per tutti i diavoli, stai lontano dalle femmine umane! Ancora non ti sono costate abbastanza guai?
Tra passato e presente non ci si perde, ma si resta sempre col fiato sospeso nel seguire le vicende, le conseguenze e gli sviluppi della storia con Sophie e del rapporto con gli Andrews. Ci mostra la rivoluzione francese da una prospettiva decisamente diversa e assai interessante, soprattutto per qualche evento storico. Con l’Olandese le situazioni prendono spesso una piega inaspettata e Stefan ci finisce in mezzo più di una qualche volta. 
Vissi qualche momento di sconforto: avete idea di quante finestre contino le Tuileries? Io una volta lo sapevo. Le contai proprio quella sera
Si ride e si piange, sì, si piange sul serio, si trattiene il respiro e, in alcuni punti, si incontrano scene forti, dove si è combattuti tra una forma di compassione per Raistan e la condanna per le scelte che fa, per certi suoi comportamenti, ma come ribadisce spesso lui, non ha mai detto di essere buono… per poi farci ricredere qualche decina di pagine dopo.
Ma qui ritorniamo al punto di partenza, caro lettore, e alla domanda che continuo a porti, di tanto in tanto: Che cosa ti ha mai fatto pensare che io sia qualcosa di più di un campione di egoismo assoluto?
Seguiamo Atropo in uno dei suoi lavori e si finisce in una strana dimensione, dove io mi sono trovata a domandarmi quanto dolore e quanta sofferenza possa sopportare una persona, anche se vampiro, giacché la sequenza di torture che l’Olandese condivide con noi sembra non avere né tempo, né fine, rimpallandosi tra i sette giorni coi lupi e Blackspear, finendo confusi non dalla lettura, ma dai sentimenti contrastanti, e talvolta paradossali, che si arriva a provare per un unico personaggio, come nel caso di Vincent e di Greylord. Un plauso a Lucia Guglielminetti proprio per essere riuscita a creare tutto ciò.
«Io non ho amici. Non li ho mai avuti, tranne uno, che questo bastardo ha strappato in due davanti ai miei occhi. Mi ero illuso di aver trovato qualcosa che potesse assomigliargli, ma mi sbagliavo.»
Promosso a pieni voti questo secondo capitolo della saga, magistralmente gestito e, nota a margine, ho molto apprezzato i titoli di alcuni capitoli come citazioni di canzoni, molte delle quali conosco e amo. Infine, un’altra copertina stupenda per deliziarci è la ciliegina sulla torta.
Se non amate sangue, violenza, scene crude, torture, sentimenti, amore, amicizia e tradimenti lasciate perdere, altrimenti, questo libro fa proprio al caso vostro!

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